Lungo il percorso regna il silenzio, rotto solo dall'eco lontano del torrente Leno, e dal cinguettio degli uccelli che sembra abbiano trovato in questo luogo il loro naturale rifugio e si possono ammirare panorami incantevoli sulla Valle di Terragnolo, non disgiunti da interessi botanici, geologici e faunistici a cui si aggiungono i segni di un'antica civiltà agreste: campi terrazzati sostenuti da muri a secco, pozzi per l'acqua, la calchèra, la macina delle granaglie, i ripari dei contadini. Partenza da Cisterna (m. 786), di fronte alla grande Croce in pietra (anno 1879). Si costeggiano praticelli e campetti abbandonati fino ad arrivare alla suggestiva sorgente a vòlto in pietra a secco dei Fontanèi. Usciti dal bosco, si prosegue lungo il limitare dei prati dove si trovano due pozzi per l'acqua, aperti, e un po' più a monte i resti di una calchèra. Si sale a zig-zag e oltrepassata la gorga (un modesto incavo del terreno, ora vuoto, ma che un tempo era colmo d'acqua per abbeverare le bestie al pascolo) appaiono, a sinistra, poche case abbandonate (m. 887). Sul muro in rovina di una di queste si legge ancora la scritta che segnala il luogo e la passata appartenenza: Contrada dei Pinteri-Comune di Noriglio. Molto interessante è il tabernacolo, oppresso dall'enorme faggio, che rappresentava la Madonna in cielo con in braccio il Bambino e in basso San Giuseppe e Sant'Antonio da Padova, che porta inciso sul concio dell'arco di pietra la data 1673, più avanti i ruderi dell'abitato del Manfrin (i Manfrini). Ritornati ai Pinteri, si prosegue per la stradina dei Zàngheri che porta verso il Gritter (sorgente) e poi verso Gerosa (mt. 972) indi continuando per la strada del Tàl si arriva in breve al punto di partenza.